giovedì, gennaio 04, 2007

Monsignor Giuseppe Tonetta ovvero la missione dell’accoglienza
(articolo pubblicato sul Bollettino della Parrocchia di Brentonico - numero di Natale 2006)

Erano una quarantina i sacerdoti accorsi per dare l’ultimo saluto a Monsignor Giuseppe Tonetta l’11 settembre scorso a Regina Pacis a Bolzano. Erano rappresentate tutte le parrocchie di Bolzano. Il Vescovo della Diocesi di Bolzano-Bressanone Mons. Wilhelm Egger ha presieduto la cerimonia funebre. Al suo fianco il Vicario Generale della Diocesi Don Giuseppe Rizzi cui è toccato il compito di illustrare le tappe dell’intensa vita di Monsignor Tonetta
Introducendo la cerimonia funebre il Vescovo della Diocesi di Bolzano-Bressanone Wilhelm Egger ha sottolineato l’aspetto principale che ha caratterizzato la vita di Monsignor Tonetta: quello dell’accoglienza.
Nel pomeriggio si è svolta una cerimonia analoga nella chiesa parrocchiale di Brentonico dove Don Silvio Bortolamedi ha rievocato, con grande commozione, la figura di Monsignor Tonetta.
Ripercorriamo sommariamente le tappe della sua vita.
Fu consacrato sacerdote il 28 marzo 1936 e il 14 luglio dello stesso anno gli fu conferito il diploma di studi teologici dal Seminario Maggiore Arciepiscopale di Trento.
Dal settembre 1936 al giugno 1937 fu cooperatore a Brentonico, sempre come cooperatore fu a San Marco di Rovereto (giugno 1937-marzo 1941). Ricoprì gli incarichi di direttore dell’Oratorio Rosmini e di Assistente Sottofederale della Gioventù dell’Azione Cattolica.
Il fascismo non vedeva di buon occhio le attività delle organizzazioni cattoliche e Monsignor Tonetta ebbe diversi richiami dalla polizia fascista. Una domenica durante la predica citò la famosa frase di Papa Pio XII°:”Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra e sarà sempre una sconfitta tanto per i vinti come per i vittoriosi”.
Di lì a poco tempo ricevette la cartolina di precetto direttamente dal Ministero della Guerra e pochi giorni dopo era già sul fronte greco-albanese come cappellano militare. Era il 1941. Dalla fine del 1942 all’agosto del 1943 fu sul fronte siciliano. Dopo l’8 settembre 1943 riuscì a sfuggire alla cattura nazista e si rifugiò sulle montagne di Brentonico.

Qualche mese dopo in accordo con la Curia accettò la cura d’anime a Crosano dove rimase fino al 1945. In questo periodo diresse scuole per sfollati e paesani a titolo gratuito o con compensi irrisori, elevò la Curazia a Parrocchia, riuscì a nascondere giovani (italiani, tedeschi e cechi) dalle persecuzioni nazi-fasciste, rifiutò la chiamata alla Repubblica di Salò.
Nel settembre 1945 fu mandato dal Vicario Generale a Bolzano con l’incarico di affiancare Mons. Martinelli e Mons. Carbonari per organizzare i movimenti cattolici. Fu nominato catechista di ruolo. Fondò il patronato A.C.L.I. ed organizzò le A.C.L.I. delle quali fu assistente ecclesiastico fino al 1952. Divenne vicepresidente della Pontificia Commissione di Assistenza (P.C.A.) di cui era presidente Mons. Carbonari. Organizzò la distribuzione di pasti – le mense presero il nome di “refettori del Papa”, di viveri e vestiario a beneficio di famiglie, poveri e carcerati e si dedicò all’assistenza del clero anziano e povero sia di lingua italiana che tedesca. Mise in piedi diverse colonie montane e marine per i giovani: nel 1946 Roncadizza in Val Gardena, nel 1947 a Plancios vicino a Bressanone e a Chioggia. Sorsero poi i collegi di Regina Pacis (per le ragazze) e del Pastor Angelicus (ragazzi) a Merano. Organizzò l’O.N.A.R.M.O., l’Opera Nazionale Assistenza Religiosa e Morale agli Operai.
In quegli anni si occupò anche della cura d’anime in diverse parrocchie a Bolzano e in quella di Santo Spirito a Merano. Si attivò a sostegno degli alluvionati del Polesine organizzando centri di raccolta a Bolzano e Merano ed a sostegno dei profughi ungheresi giunti a Bolzano.

Nel 1958 il Ministero della Pubblica Istruzione lo comandò presso l’Ufficio Giovani della Pontificia Opera di Assistenza al fine di consentirgli di organizzare a tempo pieno le attività in favore dei giovani.
A partire dal 1953 Monsignor Tonetta si dedicò alla costruzione della sede della Pontificia Opera d’Assistenza (subentrata alla P.C.A.) ovvero della Casa Regina Angelorum di fronte alla stazione ferroviaria di Bolzano con annessa chiesetta e soprattutto alla costruzione della colonia marina “12 Stelle” a Cesenatico. Entrambe le costruzioni sono pienamente funzionanti anche oggi.
La prima, la casa Regina Angelorum, ospita oggi la Caritas.
La colonia “12 Stelle” fu progettata dall’ing. Guido Tomasi di Rovereto, che prestò la sua opera a titolo gratuito (occorre doverosamente far presente che la colonia fu progettata talmente bene che a distanza di 50 anni conserva tutta la sua funzionalità).
La colonia marina “12 stelle” oltre ad ospitare i ragazzi durante l’estate è stata utilizzata durante il periodo scolastico come scuola elementare per gli alunni di lingua italiana e tedesca.
Proprio questa colonia ha una storia particolare che merita di essere raccontata.
Di ritorno dalle colonie marine veneziane Monsignor Tonetta andò in una chiesa di Venezia e si addormentò stanco morto su un banco di una chiesa. Quando si svegliò trovò un santino raffigurante la Madonna con le dodici stelle. Promise alla Madonna che, qualora un giorno fosse riuscito a costruire una colonia marina per i giovani dell’Alto Adige, l’avrebbe dedicata alla Madonna.
Pochi anni dopo il sogno si avverò ed ancora oggi la Madonna veglia sulla Colonia “12 Stelle” a Cesenatico. Il sogno non si sarebbe avverato se non ci fosse stata l’intraprendenza di Monsignor Tonetta che viene narrata nell’opuscolo redatto in occasione dei 25 anni della colonia:
“Nel 1951, per la prima volta, si era presa in affitto la colonia marina “L’Aurora”, ubicata nella zona est di Cesenatico. Eravamo felici perché finalmente i bambini erano uniti tutti insieme e trattati come volevamo noi. Ma l’affitto era forte e di conseguenza si cominciò a pensare ad un ambiente marino proprio. Si moltiplicarono allora le visite e i sopralluoghi a colonie dell’ex Opera Nazionale Balilla, rovinate dalla guerra, a colonie di enti assistenziali in decadenza, a colonie di privati, ecc., ma senza esito favorevole. Si venne a conoscenza di una certa disponibilità di un terreno per colonie da parte del Comune di Cesenatico, nella zona di ponente. Don Tonetta, in una delle sue frequenti visite alla colonia “Aurora”, si recò in Comune, prese visione di una carta topografica della zona e si recò sul luogo, che era accessibile solo a piedi. Era un tardo pomeriggio, con un mare calmissimo. Tutta la spiaggia, dal Canale alla Tagliata, era ancora allo stato primitivo. Un silenzio meraviglioso avvolgeva la zona. Non senza fatica riuscì a individuare il lotto di terreno da scegliere. Rientrato in colonia si dimostrò diversamente preoccupato. Aveva ancora da consegnare al gestore un acconto di Lire 250.000. Il mattino, dopo la S. Messa dei bambini, che Don Guido Pedrotti faceva pregare anche per ottenere una propria colonia marina, dopo aver gentilmente ottenuto dal gestore di ritardare il pagamento del rateo pattuito, si recò al Comune di Cesenatico e firmò l’impegnativa per l’acquisto del lotto di terreno per la costruzione della colonia, versandone la relativa caparra.
Il giorno seguente ritornò a Bolzano con un’altra preoccupazione. “Come la vedranno i miei superiori?” – Ma il presidente della Pontificia Commissione di Assistenza Don Giacinto Carbonari alla vista del documento dell’acquisto del terreno di Cesenatico lo abbracciò esclamando con le lacrime agli occhi:”Questo è agire da uomini; faccia sempre così. Per il gestore da pagare si provvederà in altra maniera… la Provvidenza, caro!”
Un’attenzione particolare Monsignor Tonetta la riservò ai reduci dalla guerra (che lo vollero nel direttivo provinciale della loro associazione), ai ferrovieri, ai ciechi fornendo a tutti assistenza spirituale.
Fu inoltre Presidente dell’Associazione Nazionale Cappellani Militari in Congedo d’Italia nonché dell’Associazione Europea dei Cappellani Militari in Congedo.
Fu anche presidente del Sodalizio Cattolico italiano di Bolzano.
Queste sono alcune notizie che ho ricavato da una biografia che aveva redatto lui stesso e da altre fonti. Le iniziative cui diede vita Monsignor Tonetta dal 1945 fino al suo pensionamento nel 1972 furono innumerevoli e non si esauriscono in quanto ho elencato. Bisogna considerare che nel dopoguerra mancava tutto ed i bisogni erano molti per cui era necessario riorganizzare dal nulla una vita sociale, dare una sistemazione agli sfollati, ai reduci, a tutti coloro, ed erano tanti, che per un motivo o per l’altro avevano bisogno di un sostegno materiale e spirituale.
Monsignor Tonetta ha ricevuto nel 1972 il titolo di “Ufficiale” e nel 1980 il titolo di “Commendatore” dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana in riconoscimento dell’alto valore delle innumerevoli attività che aveva svolto sia nel campo religioso che sociale.
Ciò che caratterizzò la personalità di Monsignor Tonetta fu l’ottimismo che sapeva infondere nelle opere che intendeva realizzare, retto da una solida fede. Sapeva anche circondarsi di collaboratori adeguati ai compiti che era necessario eseguire per concretizzare le varie opere. Da molti viene ricordato anche come una persona a volte brusca, con un carattere difficile, ma evidentemente questo è un po’ il destino comune di chi sa guardare avanti. Monsignor Tonetta sapeva guardare avanti e lo scopo erano le opere di bene, quel bene che non muore mai e resta nel cuore della gente come testimoniano i numerosi messaggi di cordoglio pervenuti dopo la sua dipartita anche da Oltreoceano.
Grazie Don Giuseppe e da lassù continua a vegliare su di noi!